Luigi Ianzano (1975) vive nel Parco del Gargano. Formazione classica, giuridica, pedagogica. Coniugato con Angela Lombardi, entrambi laici francescani impegnati, tre figli, docenti specializzati nel secondo grado.
Abita poeticamente la lingua madre di primo latte, il dialetto garganico, con Taranda mannannera (2005), Come ce mbizza la cèreva (2007), Spija nGele (2016), Allu nghianà (2023). Cura la silloge Fòchera mbétte mestecate, mosaico di versi di autori locali sulla Passione (2011) e la raccolta postuma delle poesie di Pasquale Bonfitto Perdonami se parlo di Te (2019). Versi e contributi compaiono in antologie riviste e pagine quali «Poesia dialettale oggi. Voci di Puglia» (Carabba, Lanciano 2024), «L’anello critico 2023. Annuario della poesia italiana contemporanea» (CartaCanta, Forlì 2024), «incroci» (Adda, Bari n. 43/2021), «la Capitanata» (Foggia n. 30/2020), «Studi medievali e moderni» (Università Chieti-Pescara n. 1/2017), «Dal Gargano all’Appennino: le voci in dialetto» (Sentieri Meridiani, Foggia 2012), «Lunario nuovo» (Catania n. 25/2008), «Annali» (Università del Molise, Campobasso n. 9/2007), «Dialetto e poesia nel Gargano: panorama storico-bibliografico» (Cofine, Roma 2002), «Ancora carte sensibili», «Bologna in lettere», «incroci on line», «La poesia e lo spirito», «Poesia e dialetti», «Poeti del Parco», «Versante Ripido».
Di lui hanno scritto, tra gli altri, Achille Chillà, Manuel Cohen, Francesca Del Moro, Diego De Silva, Alberto Fraccacreta, Francesco Granatiero, Vincenzo Luciani, Elvira Manco, Sergio Pasquandrea, Paolo Polvani, Joseph Tusiani.
La trascrizione fonetica dei grafemi dialettali si conforma alle proposte di normalizzazione grafica biunivoca offerte da F. Granatiero in Scrivo la mia lingua locale. Manuale di grafia unitaria del Centro-Meridione, Cofine, Roma 2021.